Capolavori della Johannesburg Art Gallery

Conegliano (TV), Palazzo Sarcinelli

11 ottobre 2019 – 2 febbraio 2020

Provengono tutte dalla Johannesburg Art Gallery nell’omonima città, in Sud Africa, le sessanta opere che si potranno ammirare a partire dal prossimo 11 ottobre in Palazzo Sarcinelli.

Sono sessanta dipinti, che spaziano negli ultimi due secoli di storia dell’arte, da William Turner a William Kentridge. Soffermandosi sui grandi Preraffaelliti, per poi indagare in modo veramente ampio il magico momento dell’Impressionismo, per documentare quindi il passaggio al nuovo secolo, con figure come quelle di Matisse e Picasso e infine avvicinarsi al contemporaneo con artisti come Moore, Lichtenstein e Warhol. Sessanta opere che, con la loro elevatissima qualità, confermano non solo la passione ma soprattutto la competenza di Lady Florence Phillips, che per creare questa sua magnifica collezione decise di privarsi anche del suo magico diamante azzurro, scambiato con uno dei quadri che si potranno ammirare al Sarcinelli. Qui le opere arriveranno dopo un viaggio lungo 11 mila chilometri.

L’esposizione, prodotta da ViDi, è organizzata da ARTIKA in collaborazione con il Comune di Conegliano. Mostra patrocinata da: Provincia di Treviso, Città di Treviso, Città di Johannesburg e realizzata con il sostegno di Banca della Marca. La curatrice è Simona Bartolena.

La mostra prende avvio dall’Ottocento inglese, attraverso due opere di William Turner ed uno straordinario dipinto di Lawrence Alma-Tadema: La morte del primogenito, suadente e malinconica scena ambientata in un Egitto immaginario. L’arte britannica è ben rappresentata dai Preraffaelliti, quali John Everett Millais e Dante Gabriel Rossetti di cui viene esposto un capolavoro: Regina cordium, la regina di cuori, alias Elizabeth Siddal, donna con la quale il pittore visse un’intensa e sfortunata storia d’amore, conclusa con il probabile suicidio della donna.

La mostra prosegue con la sezione dedicata agli sviluppi dell’arte pittorica di fine Ottocento, attraverso la maniera degli artisti che scelsero un nuovo approccio al vero in pittura. Jean-Baptiste Camille Corot è presente con uno squisito Paesaggio, mentre Gustave Courbet partecipa idealmente all’esposizione con lo scorcio della scogliera normanna di Étretat. Ampio spazio è riservato alla generazione impressionista, vera protagonista della mostra. Eugéne Boudin e Johan Barthold Jongkind ci introducono alla stagione più celebre dell’arte francese, qui rappresentata da Edgar Degas, Claude Monet e Alfred Sisley.

Il percorso prosegue con alcuni tra i più noti protagonisti della scena post-impressionista: Paul Cézanne (I Bagnanti), Vincent Van Gogh (Ritratto di un uomo anziano), Pierre Bonnard, Edouard Vuillard. Artisti chiamati ad annunciare la rivoluzione dell’arte occidentale che inizierà ad esplodere con l’avvento sulla scena di Pablo Picasso.

Varcando la soglia del Novecento, s’incontrano così le opere di due tra i maestri più amati del secolo: Henri Matisse e Pablo Picasso, i quali traghettarono l’arte europea nella lunga stagione del contemporaneo, assieme ad Ossip Zadkine e altri presenti in mostra. Non mancano esponenti della seconda metà del secolo come gli inglesi Francis Bacon e Henry Moore e i due protagonisti assoluti della pop art americana Robert Lichtenstein e Andy Warhol, di cui si presenta il trittico su Joseph Beuys.

Chiude idealmente la mostra, la sezione che indaga l’arte sviluppata in Sudafrica nel Novecento che costituisce una vera e propria scoperta.

In particolare si possono ammirare le opere di Maggie Laubser, una delle esponenti dell’espressionismo sudafricano, di George Pemba e di altri pittori dai forti interessi per il sociale che raccontano le tradizioni del paese, ma anche la vita urbana e la realtà dell’Apartheid. Il vero protagonista della sezione africana è il grande artista William Kentridge, uno tra i più quotati artisti internazionali. Il gigante sudafricano, nato nel 1955, è uno dei fiori all’occhiello della collezione della Johannesburg Art Gallery.

La nascita della Johannesburg Art Gallery è il frutto della straordinaria collaborazione tra una visionaria e intraprendente collezionista sudafricana, sposata a una magnate dell’industria inglese, Lady Florence Phillips, e un mercante e intenditore d’arte di origini irlandesi, Sir Hugh Percy Lane. Nata a Cape Town, Lady Phillips sogna di donare al proprio paese d’origine un museo che, oltre a presentare le opere dei grandi maestri europei da lei apprezzati, assolva anche a una funzione didattica, sull’esempio dei grandi musei anglosassoni. Sir Hugh Lane, grande conoscitore della scena artistica inglese ma anche di quella francese (uno dei pochi anglosassoni ad apprezzare l’impressionismo) la aiuta nell’impresa, per la quale la generosa Lady arriverà a vendere i propri gioielli – tra i quali un diamante azzurro, dono del marito –, convincendo, con la sua passione, anche i ricchi amici di famiglia a collaborare finanziariamente. Il museo inaugura nel 1910, forte di un notevole nucleo di opere selezionate da Hugh Lane, che ne sarà il primo direttore. Da allora il museo si è costantemente arricchito con successive donazione da collezionisti inglesi e sudafricani, che ne hanno accresciuto il patrimonio.

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